mercoledì 23 luglio 2008

Ipsos: i cattolici danno credito al PD

“Nonostante alcune differenze” le recenti elezioni politiche hanno dimostrato come i cattolici praticanti abbiano preferito votare il Pdl e l'Udc. Il Pd, sebbene sia capace di rappresentare i valori e le opinione cattoliche raccoglie molte più preferenze tra i non praticanti e l'elettorato ateo. Altro dato significativo emerso con i risultati elettorali è quello di un significativo recupero dei consensi per il Pd tra i cattolici praticanti impegnati nel periodo intercorso tra le intenzioni e il voto espresso il 13 e 14 aprile scorso. Questo è quanto emerge dalla ricerca Ipsos presentata oggi alla Camera durante l'incontro “ I cattolici e le elezioni politiche 2008”.

Il Pdl è avanti al Pd di otto punti percentuali tra i “cattolici impegnati, di oltre 17 punti tra i “praticanti non impegnati”, di 13 punti tra i “praticanti saltuari”. Le cifre cambiano diametralmente se si passa alle categorie non praticanti, dove il Pd ha sette punti in più del Pdl, e i non credenti, tra i quali il Partito democratico ottiene 23 punti percentuale in più del Pdl.

I dati Ipsos accreditano i democratici capaci di rappresentare i valori cristiani soprattutto nella categoria dei praticanti impegnati. E viene bocciata la prospettiva di un nuovo partito cattolico: solo il 18% condivide questa ipotesi. Inoltre, solo il 16% ritiene sempre vincolanti le indicazioni del magistero della Chiesa su temi etici, sociali e politici.

"Non c'è nessuna intenzione minacciosa nell'orizzonte e nelle prospettive del Pd" ha dichiarato Renzo Lusetti. "Il cattolicesimo politico è ampiamente rappresentato nel Pd, ma non può essere una enclave o una corrente di pensiero nel partito ma un patrimonio dell'intero partito, un valore condiviso da tutti".

Dello stesso parere anche il presidente del Copasir, Francesco Rutelli: "In Italia esiste un cattolicesimo di popolo largamente significativo, chi lo volesse ignorare sbaglierebbe. Questo fatto interpella la politica. Questa parte di popolazione rappresenta una riserva di valori che è rimasta fuori dalla competizione elettorale, anche perché chi ha guidato una delle due coalizioni ha evitato di toccare temi attinenti ai valori".

"Noto un aridimento del dibattito pubblico italiano – continua Rutelli - parliamo solo della tasca e poco del cuore. I dati testimoniano che questo cattolicesimo di popolo è una riserva eminentemente laica, perché c'è una immersione nella società espressa, per esempio, dalle preoccupazioni sull'immigrazione".

Per Rutelli occorre "agire politicamente, e parlo da fondatore del Pd, per far sì che questa riserva di laici credenti venga posta nella condizione di sentirsi al 100% a casa propria. Con un contributo che a volte è scomodo, con riferimenti non sempre visti all'interno dell'agenda politica. Ma nelle priorità del Pd c'è quella di dettare l'agenda politica con temi che non sono all'ordine del giorno".

Per Bobba i risultati che emergono dall'indagine Ipsos devono essere "occasione per aprire un itinerario, per trovare degli spazi di condivisione positiva nel Pd sulla laicità". Esiste la necessità di "portare dentro il Pd un contributo positivo per superare molte separazioni e una visione tardo liberale del rapporto tra democrazia e religione. Adesso - ha concluso - viene il tempo di una riflessione non banale su come è cambiata l'area cattolica, perché spesso abbiamo una immagine datata che bypassa la realtà e l'ignora".

"La ricerca presentata sul voto dei cattolici - osserva invece Giorgio Tonini, senatore e responsabile Area Studi, Ricerca, Formazione del PD - conferma due dati politicamente significativi: il primo è la forte ripresa di consenso, che la nascita del PD, ha fatto registrare tra i cattolici praticanti dopo la crisi dell'Unione nel 2007. Il secondo dato è la possibilità e la necessità di accrescere ulteriormente i consensi in questa parte decisiva dell'elettorato, ai fini della vocazione maggioritaria del PD e della sua competizione con il PDL e il centrodestra.”

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