Scritto da: Maria Laura Rodotà alle 06:25
PREMESSA. In difesa di Trig Palin, mesi cinque. Detto non da mamma (troppo facile) ma da essere umano dichiaratamente appartenente alla tribù dei media liberal: ma voi la votereste una che si palleggia il poppante Down con tutto il resto della numerosa famiglia, nel luogo in quel momento più rumoroso d’America, prendendolo quando era il caso di esibirlo e poi passandolo nelle retrovie? Sarah Palin non ama l’assistenza pubblica, però anche quella privata non la entusiasma. In un Paese socialdemocratico con un welfare serio e ficcanaso l’avrebbero già messa dentro, come minimo.
RESTO DEL POST.
1) In certi momenti, John McCain sembrava il candidato di un altro partito. Meno aggressivo, più centrista, insomma non quello di Sarah Palin. Subito dopo veniva rintuzzato dal McCain nuova versione, più cattivo. Niente cure mediche pubbliche, “il governo non si deve mettere tra voi e il vostro dottore”; solenne impegno a tenere “i soldi nelle vostre tasche” grazie a meno tasse; scuole nelle mani delle famiglie e delle comunità, e se insegnano il creazionismo, affari loro (alla selezione darwiniana ci pensa la famiglia Palin).Ma nonostante tutto, nonostante facesse un po’ il duro e non il vecchio soldato con uso di mondo e sense of humor, la platea repubblicana a fine serata l’ha chiamato per quel che è. Un “fine man”, un uomo come si deve, che ha fatto un sacco di errori e un sacco di gesti coraggiosi. Lo si ammira ma non lo si ama veramente, alla fine.
2) Però qui quasi tutti hanno amato, di un amore feroce che gli consentiva di esprimere aggressività e scorrettezza politica in quantità industriali, la candidata Sarah Palin (ieri sera ripettinata con la cofana). Per tutto il giorno, in tutti i discorsi prima di McCain, appena si parlava di lei partiva l’ovazione (si parlava molto di lei). E anche McCain, da solo, un po’ha faticato. Però alla fine sembra sia riuscito ad accreditarsi come padre nobile/garante della nascente Rifondazione Repubblicana. Il partito finalmente apertamente di ultradestra che ha come portavoce Palin. Tra l’altro: grazie a lei McCain, repubblicano mai ortodosso, ha trasmesso il messaggio “mi sono liberato dei vecchi cialtroni di Washington”. Anche se consiglieri, strateghi, esperti e ghostwriters dei vecchi cialtroni (di Bush per primo) ora lavorano con lui e Palin.
3) Palin è stata di nuovo la star, però non è intervistabile e non risponde a domande. I reporter americani dicono che sarà così, il più possibile, fino a novembre. Dicono che Steve Schmidt, che ha in mano la campagna di McCain ed è allievo di Karl Rove, lo ammetta allegramente: “Se riusciamo a non farla parlare per tutta la campagna abbiamo vinto”. Sarah sta studiando per il dibattito con Joe Biden, comunque, sempre con degli ex consiglieri di Bush.
4) Confessione. Esco dalla convention avendo rubato tre cartelli “I love Cindy” per me e le amiche. Grazie a lei abbiamo visto che aspetto ha Barbie quando invecchia. Ha fatto un discorso noioso ma le intenzioni erano buone; Cindy McCain è attivissima in organizzazioni benefico-umanitarie che si occupano di Paesi che alla maggior parte dei delegati non interessano. Anzi, il marito ha appena detto che l’America manderà meno soldi all’estero. Noi dall’estero usciamo dalla sala sentendoci un po’ degli alci (Palin va a caccia di alci, quando non governa l’Alaska e non palleggia poppanti, almeno così ci dicono. Buona giornata, intanto).
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento